DA LATINA IN POI

133821292-218404f6-b041-456c-9f62-53f407b3f672

di Beatrice Chittolini

Mettere parole sul dolore: alcuni punti da chiarire sulla tragedia di latina e un pensiero commosso alle vittime.

1)Tragedia di latina e psicologi: notizie infondate dalla stampa. non siamo in commissione (purtroppo).

Una dichiarazione del Presidente dell’Ordine Psicologi umbro David Lazzari, membro dell’Esecutivo nazionale dell’Ordine: “Molti media hanno riportato che gli Psicologi avrebbero dato carta bianca al Carabiniere di Latina per il possesso dell’arma di servizio. In realtà non ci sono Psicologi nelle Commissioni mediche che valutano queste cose perché la normativa non lo prevede (nonostante le nostre richieste). E quindi la notizia è infondata e va corretta. È vero invece che l’Ordine nazionale nel 2017 ha stipulato una convenzione con l’Arma dei Carabinieri per l’aiuto psicologico ai militari e familiari (vedi sotto). E questa credo sia una notizia, che testimonia la disponibilità della Comunità professionale e dell’Ordine che la rappresenta.”

Aggiungo una considerazione generale. Il buon uso delle competenze psicologiche è importante e a volte risolutivo (in queste situazioni sempre necessario anche se, come ovvio, non sempre sufficiente da solo), ma il più delle volte non sono gli Psicologi a deciderlo…. siamo indietro culturalmente e come normativa su questo…

2) I tentativi di riappacificazione bonaria

I tentativi di riappacificazione bonaria portati avanti da personale non qualificato possono essere letali, così come ogni pressione da parte di elementi del sistema di relazioni (o contesto sociale) che coattivamente ripete azioni volte a tenere insieme una coppia disfunzionale, improntata alla violenza. Mi riferisco -dando per assodato alcune informazioni fornite dalla stampa, fosse solo perché si ripetono trasversalmente alle varie testate- alle azioni di “mediazione impropria del conflitto” messe in atto sia dalle Forze dell’Ordine stesse, che al “supporto psicologico alla coppia” fornito dall’ambiente ecclesiastico (parrocchia) che i due frequentavano. La fase di pentimento e attenzioni amorevoli – fase di latenza o di “luna di miele“ è stata descritta come uno dei quattro momenti essenziali della spirale della violenza (Walker 1983): i tentativi maldestri e inappropriati sopra descritti, dunque, non fanno altro che alimentare questa dinamica violenta e non di rado mortifera . Il link per la bibliografia: scheda_informativa3laspiraledellaviolenzatipologiedivittimeediau.pdf

3) Occorre denunciare

Occorre denunciare gli aggressori per tutelare se stesse (o più raramente se stessiI) ed i figli: non basta un esposto. Per reati contro la persona, procedibili d’ufficio e, in particolare, per quella costellazione di atti ripetuti e persecutori che vanno a configurare il reato stalking occorre un atto forte, pieno, inequivocabile affinché l’Autorità Giudiziaria possa mettere in atto la serie di provvedimenti (allontanamento) a tutela della parte offesa. e questo è un punto più che dolente: da quanto sappiamo Antonietta, come molte altre mogli e madri, è arrivata a “Solo esposti, non voleva denunciare i maltrattamenti per non far finire nei guai il padre delle sue figlie.” (La Stampa, giovedì 1 marzo). Qualunque siano le motivazioni espresse di questa scelta “protettiva” verso l’aggressore, occorre l’intervento delicato di uno psicologo esperto per poter sciogliere il nodo patologico che sorregge e imprigiona i due coniugi entro un patto di coppia malato, disperante e portare la parte offesa al pieno esercizio dei suoi diritti e all’utilizzo pieno dei dispositivi di legge per la “messa in sicurezza” della propria persona e dei figli.

Per inciso: il fatto che l’aggressore indossi una divisa non dovrebbe più rappresentare un deterrente, sappiamo che tra i femminicidi in un caso su dieci l’omicida appartiene alle Forze dell’Ordine o è una guardia giurata (rif: ricerca.repubblica.it 1 marzo). Ma la Legge è uguale per tutti a meno che non ci lasciamo distrarre/confondere/intimorire dalle apparenze. Non esiste una categoria professionale né un ceto sociale né altro insieme o raggruppamento di uomini esenti dalla possibilità di pervenire a violenza di genere e femminicidio, ma solo elementi diagnostici e fattori prognostici che possono aiutarci a valutare la pericolosità di persone, relazioni e contesti. Facciamo presente, per inciso, anche la L. 154/2001 “misure contro la violenza nelle relazioni familiari” che, previa denuncia, può garantire l’allontanamento dell’aggressore dalla casa familiare e dai luoghi abitualmente frequentati dalla vittima.

4) La mediazione non e’ una panacea

La mediazione non e’ una panacea: ossia nell’insieme di tutte quelle prassi che vengono denominate ( a volte in modo generico ed appropriato) “mediazione familiare” ritroviamo anche pratiche portate avanti da personale che può non aver mai ricevuto una formazione in psicologia e tantomeno in psicologia delle relazioni familiari, così come da personale che può non avere conseguito il titolo di avvocato. In due parole: casi come quello di Latina, di tale severità e compromissione, possono incappare nell’eventualità di essere presi in carico da un mediatore in senso generico, che per funzione, ruolo e liceità secondo le leggi vigenti, tratta alla stessa stregua conflitti di ordine pecuniario o controversie condominiali. Questo senza svilire nessuno, ma va detto. La chiarezza nel riconoscimento e nella distribuzione delle competenze, e quindi nell’individuazione delle risorse più efficaci da parte di un sistema in sofferenza, può salvare delle vite umane, o perlomeno ridurre drasticamente la probabilità di esiti infausti e tragici come questo. Il modello “pratica congiunta” tra Psicologo e Avvocato nella riorganizzazione dei legami familiari va in questo senso: sono professionalità preparate e formate per non sottovalutare i rischi effettivi in ogni fase dell’iter separativo, nonché attrezzate (lo psicologo) per una valutazione del funzionamento psichico e l’eventuale indicazione alla psicoterapia làdoove necessiti. Va detto infine che la pratica congiunta psicologo/avvocato puo’ occuparsi di casi gravemente compromessi, con soggetti affetti da disagio psichico accertato e di rilevanza penale (denunce per violenza) cosa che la mediazione familiare per definizione non puo’ ( e non dovrebbe) fare.

4) La famiglia in fase patologica uccide piu’ della malavita

La famiglia in fase patologica uccide piu’ della malavita: è la considerazione espressa in un articolo a cura del gruppo AMI – Avvocati Matrimonialisti Italiani del 1 marzo reperibile sulla loro pagina Fb. Nel testo sono presenti alcune indicazioni minime e necessarie adottabili per prevenire gli esiti più tragici della conflittualità tra (ex) coniugi durante il processo di separazione, tra cui: misure immediate a protezione del coniuge che ha denunciato atti di violenza intrafamiliare e coordinamento tra ambito penale e ambito civile nelle attività processuali che dovrebbero esitare in una separazione legale SICURA per ogni elemento del sistema-famiglia. E’ un pensiero che prima o poi attraversa ogni operatore/professionista impegnato in ambito clinico-giuridico, ma auspico che quanto prima possa diventare azione, realtà effettiva, strumento di buone prassi al momento mancanti ma necessarie.

5) Dei figli dei femminicidi chi se ne occupa?

Sono 1.600 gli orfani di femminicidio e il dato risale a dicembre 2017, quando il Senato ha approvato un Disegno di Legge che offre perlomeno più tutela legale e patrimoniale ai suddetti, oltre a pene più severe agli autori di tale reato. Resta il dramma esistenziale e la sofferenza psichica di questi minori traumatizzati, che quasi sempre vengono affidati ai nonni: altri elementi adulti traumatizzati, appartenenti allo stesso ramo familiare “amputato” dal delitto. Inoltre, per quanto riguarda il tessuto di relazioni, il contesto sociale che dovrà in qualche modo far fronte al trauma, abbiamo a disposizione dei modelli di post-vention entro la scuola ( ossia intervento supportivo – facilitatIvo dell’elaborazione del lutto) per i casi di suicidio in adolescenza, ma sono ancora sporadici gli interventi psicologici a supporto del contesto scuola là dove un compagno di classe sia scomparso per mano di un genitore omicida. Il più delle volte questo tipo di azione è lasciata e dunque svolta (o non svolta) dal corpo docente o dai Dirigenti Scolastici stessi, che si affidano al buon senso, alla propria sensibilità, alle personalissime capacità e risorse nel mettere parole sul dolore. Come vanno a ricomporsi queste ferite? Cosa lasciano nel corpo psichico di un sistema che deve curare se stesso e contemporaneamente soddisfare obiettivi didattici, pedagogici, creare futuro?

6) La sanita’ pubblica dispone di centri specializzati nella cura di uomini maltrattanti.

Il Servizio Sanitario nazionale, da alcuni anni, ha attivato questo tipo di risorsa improntata alla cura e alla riabilitazione, per favorire la fuoriuscita degli offenders dalla spirale della violenza. Non sono ancora presenti in ogni capoluogo di Provincia, ma le indicazioni sono reperibili sicuramente nei presidi (Case della Salute) oppure online. Proviamo a creare un futuro diverso anche per gli autori di violenza.

Parma 7 marzo 2018

Convegno post vention a Parma

whatsapp-image-2018-02-17-at-18-32-22

Sabato 17 febbraio 2018 si è tenuto a Parma il Convegno “Una rosa sul banco” organizzato da SIPEM SoS Emilia Romagna con Comune di Parma, AUSL Parma, SIPRe, STAY, Arc en ciel. Il sostegno al lutto  per eventi traumatici e suicidio nella scuola è importante non solo per aiutare gli adolescenti coinvolti e il personale scolastico all’elaborazione e gestione affettiva ma anche per contenere i rischi di emulazione. Antonio Piotti e Giulia De Monti hanno portato a Parma l’esperienza del Minotauro di Milano per valutarne l’applicabilità sul territorio di Parma.

whatsapp-image-2018-02-17-at-18-32-27

Locandina dell’evento

27798076_1761117243940465_8507261771470325507_o

aap1160332

Gestione del conflitto a Borgo Lab, scuola di cittadinanza attiva

Il 19 gennaio Anna Sozzi ed Emanuela Manara di OPP hanno lavorato con i ragazzi di Il Borgo Lab, scuola di cittadinanza attiva, sul tema della gestione dei conflitti. Il Laboratorio di Cittadinanza attiva Il Borgo Lab è un progetto di formazione civica, nato a Parma nel 2014 su iniziativa del Circolo Il Borgo, per promuovere tra i giovani l’impegno nella società civile e per favorire la consapevolezza della necessità di realizzare il bene comune e la costruzione di una comunità attenta ai problemi della collettività.

aap1160332
Alcuni ragazzi di Borgo Lab con Anna Sozzi ed Emanuela Manara

Il progetto è il frutto della riflessione culturale che il Circolo ha incoraggiato negli anni, ponendo al centro dell’attenzione il tema dell’educazione dei giovani alla partecipazione responsabile.
Patrocinato da Università di Parma e dall’Ufficio Scolastico regionale, il laboratorio – giunto alla sua 4a edizione – ha visto in questi anni la partecipazione di oltre 500 studenti delle scuole superiori di Parma e provincia e dell’Università.

p1160227

Con percorsi interdisciplinarie con una metodologia didattica innovativa, basata su un approccio laboratoriale che prevede il confronto diretto tra docenti e studenti anche con lavori di gruppo e simulazioni, è stato approfondito il dibattito sui temi della partecipazione, dei diritti umani, della pace, della legalità, della giustizia, dell’ambiente, del dialogo tra le culture, dello sviluppo economico e sociale. Il Presidente del circolo culturale Il Borgo, avv. Giuseppe Giulio Luciani, insieme ai suoi collaboratori, e in particolare al Prof. Giacomo Degli Antoni dell’Università di Parma, Direttore didattico, quest’anno hanno scelto il tema “Vivere in contesti multiculturali: sfide e opportunità”.

p1160281

Nel corso dell’incontro, dopo un breve excursus teorico sulle principali teorie sociopsicologiche sul tema del conflitto, i ragazzi hanno lavorato attivamente sui conflitti multiculturali.

borgo-lab-depliant-ed-2017-18

“Lo stato dell’infanzia nel mondo” a Parma i dati 2017 raccolti da Terres des Hommes sul maltrattamento dei bambini in Italia e sulla condizione dei minori nel mondo

Intesa San Martino

Presenta

Musica e Parola

Concerto – dibattito

Martedì 5 dicembre 2017 Ore 18.30

Sala dei concerti Casa della Musica a Parma

Hanno meno di 10 anni e sono migliaia in tutta Italia, da Nord a Sud. Stiamo parlando dei bambini che hanno subito dei maltrattamenti fisici. Sono allarmanti i dati forniti da Terres des Hommes, in collaborazione con i suoi partners, che saranno presentati martedì 5 dicembre alle 18.30 presso la Sala Concerti della Casa della Musica di Parma, in occasione di un concerto- dibattito dal titolo “Lo stato dell’Infanzia nel mondo”. A questi si affiancano i numeri della condizione delle bambine e delle ragazze nel Mondo: 264 milioni di bambine non ricevono istruzione elementare, quasi un quarto degli abitanti dell’Europa, altrettante migliaia subiscono abusi e non godono di alcun diritto.

All’evento, che rientra nella seconda edizione di “Musica e Parole”, organizzato dall’Associazione Intesa San Martino, associazione di promozione sociale parmigiana che da anni si batte per i diritti dei minori, interverranno Don Luigi Valentini, vicario Generale Diocesi di Parma; Ines Seletti, assessore all’Infanzia e Servizi Educativi del Comune di Parma; Anna Sozzi, Presidente Osservatorio Psicologi Parmensi; Rino Basili, Presidente Intesa San Martino; Sara Lopresto, Advocacy e Progetti Italia Fondazione Terres des Hommes Italia che presenterà il suo dossier “Maltrattamento e abuso sui bambini: una questione di salute pubblica: indagine nazionale sull’attività diagnostica del fenomeno delle eccellenze ospedaliere”; Gian Piero Pedretti, responsabile Gruppi di Lavoro Fondazione Terres des Hommes Italia che illustrerà la campagna nazionale #INDIFESA e il dossier 2017 di Terres des Hommes sulla “La condizione delle bambine e le ragazze nel mondo”. Modererà il tavolo Francesca Villazzi del direttivo del Movimento Italiano per la Gentilezza.

A conclusione del dibattito si esibirà al pianoforte il maestro Ettore De Giorgi, Docente e Concertista formatosi al conservatorio di Lugano.

 

Per info:

Ufficio Stampa

Aurora Pullara

3338132871

 

locandina-ufficiale_05-12-2017-light_mobile

A tutela dei minori – Intesa San Martino in Convegno

Sabato 11 novembre 2017 presso l’Aula magna dell’Università di Parma si è tenuto il Convegno “A tutela dei minori” organizzato da Intesa San Martino in collaborazione con AIGA, modera l’avv. Alessandra Palumbo.

whatsapp-image-2017-11-11-at-14-31-36whatsapp-image-2017-11-11-at-14-31-55

Hanno partecipato il presidente di Intesa San Martino dott. Andrea Coppola con on. Giuseppe Romanini, prof. Gino Gandolfi, dott. Cristina Piazza, avv. don Luciano Genovesi, on. prof. Antonio Guidi, sen. Enza Rosetta Blundo, prof. dott. Roberto Piscopo, prof. dott. Christian Crocetta, avv. Gianni Casale, prof. Antonella Dellapina.

23550350_10212895813783233_4083829922572082066_o

http://www.tvparma.it/Video/tg-parma—telegiornale/tutela-dei-minori–convegno-sul-sostegno-alla-fami

“A tutela dei minori”, sabato 11 novembre il secondo convegno nazionale a Parma

whatsapp-image-2017-10-28-at-15-36-01

Si svolgerà a Parma il secondo convegno nazionale dedicato alla tutela dei minori, sabato 11 novembre, alle ore 10, nell’Aula Magna dell’Università (via Università 12). L’evento, giunto alla sua seconda edizione, trae origine dalla campagna nazionale di sensibilizzazione “Nidi Violati”, sostenuta dall’associazione Intesa San Martino, che, da oramai 3 anni racconta le emozioni ed il vissuto comune di alcune famiglie, sottoposte ad un provvedimento giudiziario di allontanamento urgente.

L’evento è patrocinato da Comune di Parma, Camera dei Deputati, Terres des Hommes, Diocesi di Parma, Università degli Studi di Parma, Fondazione Cariparma, Movimento Italiano per la Gentilezza, Aiga Parma, Giovanni Paolo TV.

http://www.parmadaily.it/312494/tutela-dei-minori-sabato-11-novembre-secondo-convegno-nazionale-parma/